Giuseppe Sangregorio è nato a Milano nel 1930. A suo stesso dire da famiglia borghese meneghina benestante. Giuseppe ha studiato e lavorato in Italia per diversi anni. Poi si è trasferito in Svezia. Ho incontrato Giuseppe e ne è venuta fuori una piacevole intervista. | Potrebbero interessarti... |
Avevo sposato una svedese che avevo incontrato a Viareggio e nel 1961 mi sono trasferito in Svezia. Mia moglie Inga-Lisa (ci eravamo sposati nel 1959) è giornalista e non trovando un lavoro adatto a lei in Italia mi ha convinto a trasferirmi. All’inizio avevo logicamente problemi di ambientamento, non tanto per la lingua perché, lavorando per una ditta americana, dovevo parlare soprattutto inglese. Ma dopo qualche tempo ho imparato lo svedese. Quando si viene dall’estero gli svedesi a volte sono sospettosi, per questo bisogna sempre dimostrare di essere bravi. Altrimenti si rischia di essere discriminati.
Dove hai lavorato in Svezia?
Ho lavorato all’inizio alla IBM con i computer per le applicazioni industriali. Ho lavorato a lungo con le industrie della carta, anche quelle dell’acciaio, ma soprattutto della carta. Quindi ho viaggiato molto in Svezia nei vari “bruk”. Questo per diversi anni, poi dal1968 al 1970 ho lavorato a Parigi, poi sono ritornato in Svezia. Nel frattempo ho fatto in tempo a fare due figli …. Negli anni ’70 ho lasciato la IBM ma ho continuato a lavorare per l’ industria della carta fino al pensionamento.
Tu mi hai raccontato che sei nato in una famiglia benestante, borghese. Poi è cambiato qualcosa e ti sei spostato a sinistra, se si può dire così. Soprattutto qui in Svezia per le tue simpatie per il PCI di Berlinguer…
È una storia lunga e complicata. Io ho abitato a Milano fino al 1942. Poi la nostra casa è stata bombardata e allora ci siamo trasferiti in Val Vigezzo (Val D’Ossola) fino al 1950. Mi sono laureato in ingegneria al politecnico di Milano nel 1953. Devo dire che già da prima dello sfollamento avevo cominciato a prendere in odio il fascismo. Piano piano ho aperto gli occhi ed ho visto che la sinistra proponeva una società più giusta. Poi la guerra, i partigiani, la repubblica dell’Ossola, sono venuto a contato con persone di ceto sociale diverso dal mio ed è nato in me un desiderio di giustizia sociale. Però non mi sono mai iscritto a nessun partito.
E qui in Svezia?
Sì, abitavo a Stoccolma a Kungsholmen, a Pipersgatan, ed un giorno passando per una strada nelle vicinanze ho notato una vetrina dove c’era scritto PCI. Sono entrato e c’erano Franco Termini, Giuseppe Nesi ed altri. Valerio Re e Antonella Dolci li ho incontrati dopo. Ho cominciato saltuariamente a collaborare a Il Lavoratore, allora un foglio ciclostilato scritto dagli operai italiani all’Atlas Copco, che poi divenne il giornale della federazione italiana. Essendo molto occupato con il mio lavoro non potevo fare di più, però partecipavo almeno fino a quando siamo andati a vivere fuori Stoccolma. Non ho mai preso incarichi importanti ma ho continuato ad essere modestamente attivo per un certo tempo.
Le tue relazioni con la società svedese? Quali sono le differenze più marcanti tra l’Italia e la Svezia?
La Svezia mi piaceva ed ho fatto il possibile per integrarmi nella società. Oggi trovo che la Svezia, a partire dagli anni 80 con il liberalismo senza freni, con la morte di Palme, è meno giusta e anche meno felice. Insomma il paese è cambiato. Ma se vedo l’Italia di oggi… e se penso che tanti italiani sostengono ancora il mio compaesano Berlusconi qualche volta mi vergogno di essere milanese e italiano.
E la famiglia?
Vivo ancora con Inga-Lisa, femminista, giornalista. Abbiamo due figli maschi, Stefano e Paolo, e cinque nipoti, tre femmine (figlie di Stefano) e due maschi (figli di Paolo).
Ma tu sei anche un artista
Mio fratello maggiore, morto lo scorso anno, è stato scultore di professione, ben noto in Italia (puoi cercare su Google il nome Giancarlo Sangregorio). Io ho forse un certo talento per il disegno e la pittura, ma, a differenza di mio fratello artista al 100%, ho avuto anche propensione per la tecnica e la matematica. Dal 1995, anno del pensionamento, ho potuto dedicarmi intensamente al disegno, alla pittura ed anche ad un tipo di artigianato quale la produzione di carta a mano utilizzando carta riciclata. Ho affittato un appartamento un po’ malandato che uso come ateliè, dove posso esercitare le mie attività. Per sapere di più sulla mia produzione artistico-artigianale basta andare al mio sito http://sangregorio.se
E adesso…vacanze?
Per le vacanze estive torno sempre nella mia cara Val Vigezzo, dove ho abitato da quando avevo dodici anni fino ai venti anni. Mi è rimasto un forte amore per la montagna e per le lunghe gite nelle mie Alpi, così belle quando fa bello. Ormai sono vecchio e chissà ancora per quanto potrò continuare. Ma fin che la va’…Comunque non disdegno il mare. Anzi. Da quasi vent’anni Inga-Lisa (gran nuotatrice) ed io torniamo a fine settembre per una settimana, possibilmente due, nella stessa isola greca dove troviamo mare pulito e spiaggette non affollate.
Intervista a cura di Guido Zeccola