“Cinquantacinque metri quadrati tutto compreso, sala e cucina. Un rettangolo lungo e stretto. Un posto non ...
"Le tre volte a vela intonacate a calce; il piatto di ferro smaltato che pende dal centro di quella di mezzo; la lampadina che arde solitaria lasciando nella penombra, in alto, i lunghi scaffali colmi di fiaschi bene allineati; il lucido, liscio intonaco verdechiaro, dello zoccolo; la doppia prospettiva dei tavolini, marmo bardiglio, sei di qua sei di là”. A Roma, in via della Croce 39, c’era, e c’è ancora, un’osteria.
“Cinquantacinque metri quadrati tutto compreso, sala e cucina. Un rettangolo lungo e stretto. Un posto non ...
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Viene costretta a sposare in giovanissima età e contro il suo volere il nobile Edgarvon Kyren. I due, in accordo, fanno voto di castità nonostante siano sposati. Mentre si trovava a Roma con la madre Brigida per un viaggio spirituale le giunge la notizia della morte del marito. Decide così di rimanere dedicarsi solo ed esclusivamente alla vita spirituale nel monastero di Vadstena una comunità di tipo cenobitico, per accogliervi in conventi di clausura separati uomini e donne sotto una regola di vita religiosa ispirata al modello di San Bernardo di Chiaravalle. Dopo anni trascorsi in pellegrinaggi con la madre si ritira dopo la morte di Brigida avvenuta nel 1373 nuovamente nel monastero di Vadstena. Lì morirà il 24 marzo 1381. È stata proclamata santa da papa Innocenzo VIII nel 1484. La memoria liturgica è il 24 marzo
IV L’11 dicembre 1849 nasceva nella residenza di campagna Sundholms a Gladhammar, sulle rive del lago Maren a pochi chilometri da Västervik, Ellen, la primogenita del possidente terriero di estrazione borghese, Emil Key e della signora Sophie Key, nata contessa Posse di Björnö. Emil Key fu eletto deputato nel 1867 nelle liste del Lantmannapartiet, un partito conservatore del quale era uno dei tre fondatori, e la figliola lo segue, lo accudisce e funge da segretaria. Ellen si rivela ben presto una personalità costantemente impegnata nelle battaglie sociali che si batte strenuamente per l’amore libero, il diritto di voto esteso anche alle donne, la difesa dei diritti dell’infanzia, criticando aspramente i “signori della guerra” che propagavano il ricorso alle armi nel 1914. In un saggio dal titolo La guerra, la pace e l’avvenire, scritto mentre imperversavano le battaglie tra gli eserciti austriaco e italiano, lancia un accorato appello alle donne, La missione delle donne per la pace, in cui sostiene che i soldati in punto di morte invocano le madri: "Un segno dell’incompetenza degli uomini". E alla fine, lodando il contributo Memorie scandinave di uno scultore, Biffi Arte 2014. Alessandro Moretti è nato a Biella il 16 dicembre del 1870. Dal 1881 diventa piacentino d’adozione, nel 1897 mette piede per la prima volta in Svezia, e qui visse fino alla morte, avvenuta a Stoccolma l’11 agosto del 1952, dove beneficiava di una pensione concessagli dal Re di Svezia. Lontano dall’Italia, Moretti percorse con successo la sua carriera internazionale di grande scultore, celebre e ricercato ritrattista di principi e di re. Il recupero della sua corrispondenza con un ammiratore piacentino, tale Agostino Dodi, ci ha tramandato numerose immagini dell’artista, delle sue opere, del suo ambiente di vita e di lavoro, che sono state esposte nella Da quando il principe Bertil si dedicava al gioco delle ”boules” a Djurgården, è esploso l’interesse per questa disciplina sportiva. Per lo più sono incontri che hanno un carattere familiare e si disputano tra amici e parenti. Alcuni italiani parlando delle boules credono di avere giocato a bocce. In Italia le sezioni bocciofile sono numerosissime e i campi da bocce si trovano ovunque. Qui in Svezia non è così e io credo che quelli di Sickla siano gli unici campi nella zona di Stoccolma. Nei primi anni sessanta, gli italiani che lavoravano Qualsiasi individuo che, per ragioni di varia natura, lascia la terra nativa per stabilirsi in un’altra località, non appena arriva, cerca di mettersi in contatto con la comunità del proprio paese d’origine. È un fenomeno comune a tutti i popoli e che si verifica con uguale frequenza sia che l’individuo si sposti da un punto all'altro del proprio paese, sia che si trasferisca in un paese straniero. Per i numerosi emigranti che, nello scorso secolo, lasciarono l’Italia per emigrare nei paesi d’oltre oceano, creare punti d’incontro è stata una necessità |
Storie di italiani in Svezia
Storie di italiane e italiani che dall'inizio del '900 ad oggi sono emigrate/i Svezia. Persone come noi, che hanno "aperto la strada" ai tanti italiani e italo-svedesi che hanno contribuito e contribuiscono a rendere la Svezia il paese che è oggi. Magari, un giorno, qualcuno scriverà di noi. Categories
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