Appena arriva a Reval, l'attuale Tallin, si accorge che tra i volontari del battaglione svedese serpeggia lo scontento: non sono state rispettate le condizioni convenute nell'ingaggio e i volontari, che sono in Estonia già da qualche mese, non hanno percepito il soldo pattuito.L'italiano ascolta le lamentela e cerca di tranquillizzare gli animi eccitati dei soldati di truppa, promettendo di sondare il terreno durante l'incontro che avrà con il colonnello Mothander. Ma quando, dopo qualche giorno, ottiene di essere ricevuto si accorge che il colonnello è già informato dei colloqui del tenente Franchi con i militari di truppa e si sente apostrofare di fronte a tutti: "Ah! Ancora una testa nera! Uno zingaro o un suonatore ambulante! Magari è pure ebreo! Questo, perdinci, non lo voglio come ufficiale nel corpo!".
Invaso da un moto d'ira, Giuseppe Franchi strappa di fronte agli uomini che lo accompagnano il modulo d'ingaggio che non ha ancora firmato e lancia in aria i pezzetti di carta.
Lasciato il "quartier generale" svedese, entra in contatto con il barone estone Stackelberg il quale, a conoscenza dell'insoddisfazione che circola tra i volontari svedesi, gli offre l'incarico di arruolare uomini per il battaglione baltico che il barone ha già formato.
Ma qualcuno si affretta a informare il comando svedese e quando Franchi arriva a Narva è stato già preceduto da un dispaccio del "quartier generale" di Reval che esorta il comandante della guarnigione di Narva a tenere gli occhi bene aperti.
Lo stato d'animo e lo spirito di corpo dei volontari svedesi a Narva - scrive Björkegren - non è quello che un ufficiale si aspetta da una truppa impegnata in azioni di guerra: disciplina inesistente, ozio, ufficiali dediti a bighellonare e a ubriacarsi, soldati apatici e con scarsa voglia di combattere, privi di mezzi economici e insufficientemente equipaggiati.
Il tenente Franchi si rende conto di essere capitato in un vespaio, che gli uomini sono ai limiti della sopportazione e in procinto di disertare e che gli ufficiali e la truppa non sono accorsi in Estonia per combattere l'avanzata bolscevica: si tratta di mercenari, di elementi con pochi scrupoli che hanno lasciato la Svezia in crisi allettati dai lauti guadagni e dalla prospettiva di razziare.
Comincia a sondare il terreno con prudenza e si accorge ben presto che la proposta di un trattamento migliore e della sicurezza economica suscita grande interesse tra i mercenari decisi ormai ad abbandonare il campo e a rientrare in Svezia.
Ma la notizia che Franchi tenta di fare del proselitismo tra la truppa perviene al comandante della guarnigione Malmberg il quale non esita a dichiara l'ufficiale in stato di arresto e a istituire una corte marziale per processarlo per direttissima.
Nel corso di un processo truccato il tenente Franchi, accusato di alto tradimento per aver incitato i militari a disertare con armi ed equipaggiamento, viene condannato a morte dal tribunale militare, composto da ufficiali e sottufficiali della guarnigione, con sei voti favorevoli e quattro contrari sebbene l'accusa fosse definita falsa e priva di qualsiasi fondamento dalla quasi totalità della truppa.
Il tenente Giuseppe Franchi venne fucilato all'alba del giorno successivo nel cortile posteriore del baraccamento.
Da parte dei responsabili si cerca freneticamente di tener segreta l'esecuzione e, soltanto dopo che un soldato dell'esercito estone ritrova sotto la coltre di neve il nudo corpo straziato di Giuseppe Franchi in un bosco a poca distanza dalla guarnigione svedese, gli ufficiali decidono di fare rapporto alle autorità estoni che, esternando stupore e disapprovazione, informano la missione diplomatica svedese dell'accaduto.
Quando la notizia dell'esecuzione viene diffusa dalla stampa, l'opinione pubblica svedese si divide nettamente in innocentisti e colpevolisti e ben presto il crimine si trasforma in un affare politico.
I quotidiani conservatori approvano senza riserve la validità della sentenza pur se da un controllo sommario emergono ben 26 irregolarità dal punto di vista giuridico e dell'osservanza della legge marziale svedese. La stampa socialdemocratica grida invece allo scandalo, alla vergogna, accusando di omicidio quella che definisce "una masnada di avventurieri mercenari".
Durante alcuni giorni dell'aprile del 1919 la stampa nordica dà ampio risalto - scrive Björkegren - "al peggior scandalo e all'atroce delitto, messo a tacere dall'ordine di perentorio di omertà emanato dalla vergogna nazionale".
Alcuni anni dopo Einar Lundborg, l'audace aviatore che trasse in salvo il generale Nobile quando il dirigibile Italia nel 1928 precipitò tra i ghiacci eterni del Polo Nord, e già appartenente alla guarnigione di Narva, scrisse la seguente "Preghiera della sera degli assassini di Franchi":
“Nessuno può essere più tranquillo della masnada di assassini che dagli abissi dell’inferno volgerà lo sguardo verso il cielo...”
Angelo Tajani