ed a questo fine il governo ha stanziato la somma di 46 milioni di corone. Ma quali sono queste novità? Ogni disoccupato iscritto all’ufficio di collocamento per poter continuare ad ottenere il sussidio di disoccupazione dovrà dimostrasi più attivo nella ricerca del lavoro che non ha e spedire – ogni mese- all’arbetsförmedlingen ( ufficio di collocamento) una relazione, sotto forma di una mail o di una lettera-formulario nella quale racconta la sua situazione ed i tentativi fatti per trovare un’occupazione. La cosa sembra di normale amministrazione ma in realtà si tratta di un cambiamento di prassi molto significativo. In pratica si aumenta la responsabilità personale | |
Secondo Katarina Mattsson , che è la vice responsabile dell’arbetsförmedlingen qui in Svezia, compito dei nuovi impiegati assunti a tale scopo è non soltanto quello di guidare chi cerca lavoro ma anche quello di controllare che la persona lo faccia veramente.
Quindi, continua Katarina Mattsson, i disoccupati riceveranno un formulario, a suo giudizio, semplice e di veloce compilazione, che i soggetti dovranno spedire ogni mese all’ufficio richiedente.
Anche il sistema relativo ai compensi economici nei confronti degli iscritti all’ufficio di collocamento saranno molto più restrittivi.
Oggi un disoccupato che rifiuta un lavoro ritenuto (dall’ufficio di collocamento) idoneo per lui, può essere punito con la riduzione del sussidio del 25% per 40 giorni.
La situazione a partire dal 1 settembre prevede invece il ritiro totale del sussidio per una settimana ( 5 giorni effettivi) per coloro che rifiutano di prendere in considerazione un lavoro loro offerto.
Ogni volta che questa relazione non verrà spedita il disoccupato potrebbe essere multato della somma corrispondente ad un giorno di sussidio, cosa che aumenta di volta in volta in relazione alla continuità della negligenza.
Josefin Brink del VP (Partito della sinistra) ritiene perlomeno strano che si voglia controllare e punire anche chi non riceve un vero sussidio di disoccupazione dal momento che non ha lavorato il tempo necessario per aver diritto al sussidio. Oggi infatti molti giovani lavorano nel precariato, dove si lavora molto spesso ad ore o a giornata e quindi è molto difficile poter calcolare la quantità di ore lavorative necessarie per ottenere il sussidio.
Forse il governo sospetta che dietro il, relativamente, gran numero di disoccupati ci siano persone che tentino di frodare lo stato. Tuttavia una regola come questa ad un anno dal voto (e quindi dal probabile cambiamento di governo), appare più come un modo di complicare l’aspetto burocratico nella ricerca di un lavoro, che una vera e propria strategia per assicurare a tutti un’occupazione.
gz