Come spesso ci piace ricordare se c’è del formaggio c’è molto probabilmente anche una trappola per topi. Un modo di dire inglese molto utile a descrivere il rischio che l’economia svedese (insieme a quelle di Danimarca e Norvegia) sta correndo in questi mesi. Il formaggio (o il pasto gratis se preferite) è quello offerto dalle banche locali: mutui e prestiti dati con molta più facilità rispetto a qualsiasi altro paese europeo che hanno avuto il doppio risultato di far crescere il prezzo delle case (ormai a Stoccolma la bolla è piuttosto evidente) e, ancora peggio, di far crescere l’indebitamento medio delle famiglie. Le famiglie svedesi, danesi e norvegesi sono le più indebitate d’Europa. Il numeri fanno venire i brividi: a fronte di un basso indebitamento dello stato, gli svedesi hanno un indebitamento medio nei confronti delle banche locali superiore al 200% del
proprio reddito disponibile.
Qualsiasi porto nella tempesta. E a due passi dall’occhio del ciclone della crisi europea i paesi scandinavi sembravano un vero e proprio porto sicuro in cui far approdare i propri investimenti in tutta sicurezza. La tripla “A” che a queste latitudini la fa da padrona, però, sembra essere sul punto di emigrare.
Pietra dello scandalo è stato il bell’editoriale dell’economista americano e premio Nobel Paul Krugman. "Ci si chiede se una crisi sia pronta a esplodere", ha dichiarato a questo proposito il Krugman all'agenzia Bloomberg. "Non ne sono sicuro, tuttavia la situazione crea nervosismo".
"Si pensa che se sei sopravvissuto alla crisi finanziaria senza gravi danni ora dovresti star bene, ma non è così", ha detto Krugman. In Danimarca, i consumatori devono ai loro creditori il 321 per cento del reddito disponibile, un record mondiale che l'OCSE con sede a Parigi ha detto a novembre richiede una risposta politica. In Svezia, tale percentuale è vicina al 180 per cento, poco sotto il 200% della Norvegia.
Iacopo Vannicelli
Alcuni indirizzi utili:
http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2013-01-21/nord-europa-rischio-bolla-114036.php?uuid=AbbJBVMH
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-01-18/spettro-bolla-nord-europa-113202.shtml?uuid=AaqswZfE&fromSearch
Nota*: Immagine modificata rispetto all'originale
Qualsiasi porto nella tempesta. E a due passi dall’occhio del ciclone della crisi europea i paesi scandinavi sembravano un vero e proprio porto sicuro in cui far approdare i propri investimenti in tutta sicurezza. La tripla “A” che a queste latitudini la fa da padrona, però, sembra essere sul punto di emigrare.
Pietra dello scandalo è stato il bell’editoriale dell’economista americano e premio Nobel Paul Krugman. "Ci si chiede se una crisi sia pronta a esplodere", ha dichiarato a questo proposito il Krugman all'agenzia Bloomberg. "Non ne sono sicuro, tuttavia la situazione crea nervosismo".
"Si pensa che se sei sopravvissuto alla crisi finanziaria senza gravi danni ora dovresti star bene, ma non è così", ha detto Krugman. In Danimarca, i consumatori devono ai loro creditori il 321 per cento del reddito disponibile, un record mondiale che l'OCSE con sede a Parigi ha detto a novembre richiede una risposta politica. In Svezia, tale percentuale è vicina al 180 per cento, poco sotto il 200% della Norvegia.
Iacopo Vannicelli
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