Al di là della cronaca elettorale ho evitato di commentare i risultati delle ultime elezioni politiche svedesi. Era calcolato. Il rischio di farsi prendere dal magone per un risultato non all'italiana ma quasi era alto. Così come lo era il rischio di scrivere un po' troppo di pancia. Non che scrivere di pancia sia in ogni caso il male assoluto ma insomma, per commentare le elezioni è forse necessario fermarsi, osservare, elevarsi dalle ...
pulsioni dell'istinto. Contare e fino a 100 prima di parlare insomma. Direi di aver contato fino a mille a questo punto.
Il dato è significativo: possiamo girarci intorno quanto vogliamo ma la Svezia di oggi dà da riflettere. Poco meno del 13% di cittadine e cittadini svedesi hanno votato un partito definito da più parti, anche da analisti 'di destra', xenofobo. Nella sostanza lepenista. Al di là del davvero poco piacevole (almeno per gli stranieri che vivono o vogliono trasferirsi in Svezia) risultato degli Sverigedemokraterna, il centro-destra cala, ma non troppissimo e le forze di sinistra potremmo dire vincono ma non convincono. I Socialdemokrat, alla fine dei conti, strappano un modestissimo +0,5% in più rispetto alle politiche di 4 anni fa. Questo nonostante una 'macchina elettorale' assolutamente più oliata rispetto ai tempi di Mona Sahlin e nonostante altri 4, per molti versi poco convincenti, anni di Allianz al governo del paese.
Ma tant'è. Kjell Stefan Löfven (sì, si chiama anche Kjell) ha vinto, da ieri è primo ministro e gli auguriamo il meglio. Ma la Svezia che si trova a governare forse non più un paese per socialdemokrat. E il forse è davvero retorico.
E' come un'orma lasciata sul cemento ancora fresco: otto anni di Allianz rimarranno, traccia indelebile di una Svezia mutata geneticamente. E forse è anche un po' meglio così. La Svezia sta dimostrando, nel bene e nel male, di essere un paese fortemente e assolutamente europeo. Perfino la campagna anti-Europa che inizia a levarsi dalle città masoprattutto dalle campagne o dall'umanità suburbana è quanto di più europeo non ci sia. Almeno di questi tempi.
Ma in tutto questo l'incognita sono loro: i 'ragazzacci*' di SD. Perché? Per un'infinità di ragioni. gli Sverigesdemokraterna sono evidentemente un partito di estrema destra dal DNA lepenista. Non c'è molta Lega Nord nel partito di Jimmie Åkesson (pronunciato Immi o qualcosa del genere). Non c'è spazio per raffronti con la confusa lega di Matteo Salvini che sta cercando di cambiare pelle. gli SD sono, appunto, cugini del Front National francese e ancora di più, fratelli del Partito Popolare Danese (Df). I fratelloni danesi, addirittura, hanno attivamente contribuito ad aiutare gli SD quando in Svezia venivano ancora trattati alla stregua più appestati. E stiamo parlando di 5/6 anni fa, non 20.
Ma questo 13% è un dato solo in parte politico. Ha molte altre chiavi di lettura. il malpancismo svedese forse non ha la raffinatezza intellettuale di un nordest italiano. e soprattutto non è tanto un disagio regionale quanto 'territoriale'. I dati parlano piuttosto chiaro. Tralasciando il Norrland storicamente 'rosso' è tanto nel centro quanto nel sud del paese che gli SD sembrano fare breccia nei cuori/pance degli elettori. Vanno male a Stoccolma (Lidingö è uno dei comuni in cui sono andati peggio in assoluto, 4,9%) e Göteborg (dove si fermano al 7,7%). Ecco i dati. Perfino a Malmö, città di confine, con moltissimi immigrati e con problematiche che potevano essere molto facilmente cavalcate dagli SD si rimane sotto al dato nazionale fermandosi al 10,3%.
E allora dove li hanno presi questi voti? Dov'è che la gente ha votato Sverigedemokraterna? Come si diceva non è tanto un dato regionale quanto territoriale, secondo me. Hanno ottenuto molti, davvero molti voti in Dalarna ad esempio, ma anche in Gävleborgs län e in Kronobergs län. Più in generale gli SD hanno costruito il loro successo elettorale là dove i due principali partiti hanno quasi deciso di non combattere: nella campagna sempre più suburbana della Svezia di mezzo. Là dove non c'è alcun luogo che possa essere definito propriamente 'città' ma dove la città è raggiungibile magari con un treno pendolari. Gli SD hanno vinto là dove le industrie che producevano 'cose' si sono ritirate piano piano verso altri punti di riferimento, dove la produzione di beni è stata sostituita sempre di più dai servizi. Esemplare in questo senso il caso del Västmanland. Nella regione di un centro industriale storico per tutta la Svezia come Västerås, e soprattutto un vero e proprio monumento vivente ad una parte della storia italiana in Svezia oggigiorno l'ultradestra sfiora l'11%, ed iniziano i primi, veri problemi. Perfino con la comunità italiana; ne abbiamo già parlato ma anche se avremmo preferito occuparci di altro. Davvero.
Insomma gli SD sono andati a segno dove il disagio non è stato adeguatamente ascoltato. C'era e c'è una Svezia evidentemente in crisi che i partiti di Stoccolma non riescono più a vedere. Una Svezia che non parla un inglese fluente che non è fenomenale nell'IT e che si vede messa un po' in soffitta dalla sbrillucciante altra Svezia urbana. Una Svezia un po' complessata forse.
Bisognerà farci i conti con questa Svezia. Se vota di pancia è forse anche perché in passato in pochi si sono messi con la dovuta pazienza ad ascoltarne il battito del cuore.
Votare questa gente non porta in genere ad un miglioramento della società in cui si vive. Né dell'economia. Noi italiani ed italiane ne sappiamo qualcosa. Peccato solamente che tra una battuta e l'altra su Berlusconi e Lega Nord in pochi si siano ricordati di fare i compiti di storia (o di giornalismo) da queste parti.
Iacopo Vannicelli
* Lo dico scherzando, se li avete votati, per favore non offendetevi.
Il dato è significativo: possiamo girarci intorno quanto vogliamo ma la Svezia di oggi dà da riflettere. Poco meno del 13% di cittadine e cittadini svedesi hanno votato un partito definito da più parti, anche da analisti 'di destra', xenofobo. Nella sostanza lepenista. Al di là del davvero poco piacevole (almeno per gli stranieri che vivono o vogliono trasferirsi in Svezia) risultato degli Sverigedemokraterna, il centro-destra cala, ma non troppissimo e le forze di sinistra potremmo dire vincono ma non convincono. I Socialdemokrat, alla fine dei conti, strappano un modestissimo +0,5% in più rispetto alle politiche di 4 anni fa. Questo nonostante una 'macchina elettorale' assolutamente più oliata rispetto ai tempi di Mona Sahlin e nonostante altri 4, per molti versi poco convincenti, anni di Allianz al governo del paese.
Ma tant'è. Kjell Stefan Löfven (sì, si chiama anche Kjell) ha vinto, da ieri è primo ministro e gli auguriamo il meglio. Ma la Svezia che si trova a governare forse non più un paese per socialdemokrat. E il forse è davvero retorico.
E' come un'orma lasciata sul cemento ancora fresco: otto anni di Allianz rimarranno, traccia indelebile di una Svezia mutata geneticamente. E forse è anche un po' meglio così. La Svezia sta dimostrando, nel bene e nel male, di essere un paese fortemente e assolutamente europeo. Perfino la campagna anti-Europa che inizia a levarsi dalle città masoprattutto dalle campagne o dall'umanità suburbana è quanto di più europeo non ci sia. Almeno di questi tempi.
Ma in tutto questo l'incognita sono loro: i 'ragazzacci*' di SD. Perché? Per un'infinità di ragioni. gli Sverigesdemokraterna sono evidentemente un partito di estrema destra dal DNA lepenista. Non c'è molta Lega Nord nel partito di Jimmie Åkesson (pronunciato Immi o qualcosa del genere). Non c'è spazio per raffronti con la confusa lega di Matteo Salvini che sta cercando di cambiare pelle. gli SD sono, appunto, cugini del Front National francese e ancora di più, fratelli del Partito Popolare Danese (Df). I fratelloni danesi, addirittura, hanno attivamente contribuito ad aiutare gli SD quando in Svezia venivano ancora trattati alla stregua più appestati. E stiamo parlando di 5/6 anni fa, non 20.
Ma questo 13% è un dato solo in parte politico. Ha molte altre chiavi di lettura. il malpancismo svedese forse non ha la raffinatezza intellettuale di un nordest italiano. e soprattutto non è tanto un disagio regionale quanto 'territoriale'. I dati parlano piuttosto chiaro. Tralasciando il Norrland storicamente 'rosso' è tanto nel centro quanto nel sud del paese che gli SD sembrano fare breccia nei cuori/pance degli elettori. Vanno male a Stoccolma (Lidingö è uno dei comuni in cui sono andati peggio in assoluto, 4,9%) e Göteborg (dove si fermano al 7,7%). Ecco i dati. Perfino a Malmö, città di confine, con moltissimi immigrati e con problematiche che potevano essere molto facilmente cavalcate dagli SD si rimane sotto al dato nazionale fermandosi al 10,3%.
E allora dove li hanno presi questi voti? Dov'è che la gente ha votato Sverigedemokraterna? Come si diceva non è tanto un dato regionale quanto territoriale, secondo me. Hanno ottenuto molti, davvero molti voti in Dalarna ad esempio, ma anche in Gävleborgs län e in Kronobergs län. Più in generale gli SD hanno costruito il loro successo elettorale là dove i due principali partiti hanno quasi deciso di non combattere: nella campagna sempre più suburbana della Svezia di mezzo. Là dove non c'è alcun luogo che possa essere definito propriamente 'città' ma dove la città è raggiungibile magari con un treno pendolari. Gli SD hanno vinto là dove le industrie che producevano 'cose' si sono ritirate piano piano verso altri punti di riferimento, dove la produzione di beni è stata sostituita sempre di più dai servizi. Esemplare in questo senso il caso del Västmanland. Nella regione di un centro industriale storico per tutta la Svezia come Västerås, e soprattutto un vero e proprio monumento vivente ad una parte della storia italiana in Svezia oggigiorno l'ultradestra sfiora l'11%, ed iniziano i primi, veri problemi. Perfino con la comunità italiana; ne abbiamo già parlato ma anche se avremmo preferito occuparci di altro. Davvero.
Insomma gli SD sono andati a segno dove il disagio non è stato adeguatamente ascoltato. C'era e c'è una Svezia evidentemente in crisi che i partiti di Stoccolma non riescono più a vedere. Una Svezia che non parla un inglese fluente che non è fenomenale nell'IT e che si vede messa un po' in soffitta dalla sbrillucciante altra Svezia urbana. Una Svezia un po' complessata forse.
Bisognerà farci i conti con questa Svezia. Se vota di pancia è forse anche perché in passato in pochi si sono messi con la dovuta pazienza ad ascoltarne il battito del cuore.
Votare questa gente non porta in genere ad un miglioramento della società in cui si vive. Né dell'economia. Noi italiani ed italiane ne sappiamo qualcosa. Peccato solamente che tra una battuta e l'altra su Berlusconi e Lega Nord in pochi si siano ricordati di fare i compiti di storia (o di giornalismo) da queste parti.
Iacopo Vannicelli
* Lo dico scherzando, se li avete votati, per favore non offendetevi.