C’è stato un vero e proprio boom in Svezia in questi ultimi anni. No, non un boom economico (anche se poco c’è mancato) ma piuttosto una esplosione demografica. Nel 2013 la popolazione svedese ha infatti fatto registrare un crescita tale da infrangere un po’ tutti i record. Erano 70 anni che la popolazione del più popoloso paese scandinavo non cresceva così tanto; circa l’un per cento in un solo anno (0,93% secondo lo Statistiska centralbyrån – SCB). La popolazione svedese si è, infatti attestata a fine 2013 a 9,644,864 residenti. Perché una crescita così marcata? Principalmente per l’afflusso di nuovi immigrati ( circa 116,000 “nuovi arrivati e arrivate” specialmente da Siria e Somalia). Per dare una misura dell’importanza degli immigrati nella crescita della popolazione svedese basti pensare che nel corso dello stesso 2013 il numero di bambini e bambine nati in Svezia è stato inferiore
(circa 112,000) al numero dei nuovi residenti senza passaporto svedese. In tutto la popolazione svedese è cresciuta ci circa 90,000 persone 40,500 donne e 48,500 di sesso maschile. Cosa ne sarà in futuro di questa crescita demografica fondata sull’immigrazione? Ci sono tutti i sintomi di una possibile chiusura del rubinetto immigratorio in Svezia. Fino a pochissimo tempo fa, ad esempio, una buona parte dei nuovi svedesi era costituita da cittadini UE con titoli di studio alti (minimo laurea di primo livello) oppure cittadini di paese esterni alla UE che approdavano in Svezia ad esempio per frequentare master all’università. | Quindi che la Svezia continui ad accogliere immigrati è scritto nelle statistiche ed è sotto gli occhi di tutti. Il problema è: che tipo di immigrati cerca in questo momento il sistema svedese? Intellettuali che possano ravvivare la vita culturale e il mercato del lavoro o piuttosto persone che svolgono mansioni “umili” e che quindi non danno fastidio al lavoratore svedese medio? Immigrati che magari fanno comodo da usare come leverage negli accordi diplomatici. |
Master che erano gratuiti. Molti di questi studenti, effettivamente, al termine del corso di laurea tornavano a casa. Molti altri, invece, decidevano di rimanere in Svezia fecondando un paese effettivamente poco portato alle commistioni culturali con nuove energie, influenze e culture. Ora questi master gratuiti non esistono più per gli extra-UE. Per frequentare un master ad Uppsala o a Lund bisogna pagare cifre spropositate a meno che non si sia cittadino UE. Tanti studenti, a questo punto scelgono di studiare nelle più blasonate università inglesi oppure negli Stati Uniti. Quindi che la Svezia continui ad accogliere immigrati è scritto nelle statistiche ed è sotto gli occhi di tutti. Il problema è: che tipo di immigrati cerca in questo momento il sistema svedese? Intellettuali che possano ravvivare la vita culturale e il mercato del lavoro o piuttosto persone che svolgono mansioni “umili” e che quindi non danno fastidio al lavoratore svedese medio? Immigrati che magari fanno comodo da usare come leverage negli accordi diplomatici.
IV
IV