Ci ha lasciati oggi, 21 settembre 2013 alle ore 00.55, Giuseppe Nesi, una delle figure più colorite dell’emigrazione italiana in Svezia. Toscanaccio, nel modo di parlare e di pensare, l’ideale del socialismo per lui era una fede che lo occupava per intero. In Svezia, so che aveva fatto diversi mestieri, da cameriere a facchino a buttafuori. Io l’ho conosciuto quando ancora esisteva il PCI a cui ambedue eravamo iscritti. Le riunioni erano animate da discussioni vivaci e anche annaffiate alla fine da un buon vinello.
Era anche molto attivo nel circolo Gramsci, e nell’associazione SAI. Assiduo lettore de Il Lavoratore, inviava spesso contributi politici molto battaglieri e guai se gli suggerivo di addolcire un po’ il tono. Sapeva raccontare e sapeva scrivere, anche se non rispettava tutte le regole della grammatica, e pubblicò anche un bellissimo racconto in un’antologia di racconti dell’emigrazione a cura della Filef e della Regione Umbria. Seguiva da vicino sia la politica italiana che quella svedese e quando il PCI italiano si divise, optò per Rifondazione di cui fu il rappresentante in Svezia per molti anni. Aveva sognato per molti anni di poter tornare a vivere con la sua Gun nel suo paesino toscano. Anche se per poco tempo, è bello che abbia realizzato questo sogno. Non si incontrano tutti i giorni persone come lui, con il suo impegno, la sua trasparenza, il suo entusiasmo, la sua fede politica. Ho potuto incontrarlo un’ultima volta all’ospedale a Stoccolma. Stava molto male ma il suo viso si illuminò con u n grande sorriso quando lo informammo che avevamo aperto a Stoccolma una sezione dell’ANPI e che esisteva una bandiera ANPI-Stoccolma.
Le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai compagni di Rifondazione.
Antonella Dolci
Le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai compagni di Rifondazione.
Antonella Dolci