Il regista svedese Stefan Jarl ha girato un documentario, prodotto dalla televisione di stato svedese. Il titolo del documentario è: La Bontà (Godheten). E' girato in modo molto professionale. Il documentario descrive concretamente e in modo molto comprensibile la Svezia economicamente segregata di oggi, dove i ricchi beati loro diventano sempre più ricchi, e i poveri, poveracci loro, diventano sempre più poveri. Stendiamo un velo pietoso sulla situazione dei pensionati che sono l’ultima ruota del carro.
Insomma, secondo Stefan Jarl, senza che ce ne accorgessimo, tra smart phone e vacanze invernali in Thailandia siamo tornati, poco alla volta, alla società divisa per classi sociali. Questo certo non vale solo per la Svezia, succede anche in altri paesi, e forse anche per questo sarebbe bene mostrare questo documentario al più vasto pubblico possibile. Documentario della durata di un’ora, che non è settario o estremista, badate ben, ma ben fatto, aderente alla realtà e comprensibile ai più. Mi ha sorpreso infatti che i “giornalisti specializzati in economia” intervistati, siano note firme di quotidiani conservatori. | |
Fino ad ora il documentario é stato mostrato solo dai Folkets Bio (Cinema del Popolo) che spesso hanno le loro sale di proiezioni nelle Folkets Hus (Casa del Popolo). Io l’ho visto digitando su “You Tube”: Stefan Jarl Godheten (vedi link in questo post).
Dura poco più di un’ora, ed è tempo ben speso. Vale la pena vederlo anche per la partecipazione dell’attore svedese Tommy Berggren.
Ragionando razionalmente, per la televisione “di stato” svedese non ci dovrebbero essere problemi.
Ha prodotto un documentario. Il documentario è pronto. E' di buona qualità. Non racconta bugie. Descrive la Svezia di oggi così come è. Può essere contestato nel dibatto pubblico se qualcuno lo vuol fare. Si manda in onda in prima serata, direbbe il buon senso. E invece no! Viene censurato. Oddio, censurato proprio no, ma diciamo posposto. A quando? Dopo le elezioni politiche/amministrative di settembre di quest'anno.
La televisione di stato svedese, che paghiamo tutti, ricchi e poveri, non lo trasmette.
La motivazione? Quest’anno, anno di elezioni, la televisione di stato non vuole, mandando in onda il documentario di Stefan Jarl rischiare di danneggiare qualche partito politico. Io vi consiglio di vederlo. E di ragionarci sopra.
Per la serie, stiamo attenti per chi votiamo a settembre. To be continued...
erreví
Dura poco più di un’ora, ed è tempo ben speso. Vale la pena vederlo anche per la partecipazione dell’attore svedese Tommy Berggren.
Ragionando razionalmente, per la televisione “di stato” svedese non ci dovrebbero essere problemi.
Ha prodotto un documentario. Il documentario è pronto. E' di buona qualità. Non racconta bugie. Descrive la Svezia di oggi così come è. Può essere contestato nel dibatto pubblico se qualcuno lo vuol fare. Si manda in onda in prima serata, direbbe il buon senso. E invece no! Viene censurato. Oddio, censurato proprio no, ma diciamo posposto. A quando? Dopo le elezioni politiche/amministrative di settembre di quest'anno.
La televisione di stato svedese, che paghiamo tutti, ricchi e poveri, non lo trasmette.
La motivazione? Quest’anno, anno di elezioni, la televisione di stato non vuole, mandando in onda il documentario di Stefan Jarl rischiare di danneggiare qualche partito politico. Io vi consiglio di vederlo. E di ragionarci sopra.
Per la serie, stiamo attenti per chi votiamo a settembre. To be continued...
erreví