Iacopo Vannicelli è ideatore ed editor del giornale online della FAIS italienaren.com. Da quasi tre anni Iacopo si occupa del giornale che riceve grandi consensi sia di pubblico che di critica. Iacopo si trasferisce a Londra insieme a sua moglie Licia ma continuerà ad occuparsi del giornale anche dal Regno Unito.
Quale è stato il motivo che ti ha spinto a proporre la creazione di questo giornale online?
Licia ed io ci siamo trasferiti in Svezia tre anni e mezzo fa. Non sapendo parlare lo svedese a parte studiarlo ho
Quale è stato il motivo che ti ha spinto a proporre la creazione di questo giornale online?
Licia ed io ci siamo trasferiti in Svezia tre anni e mezzo fa. Non sapendo parlare lo svedese a parte studiarlo ho
cercato in rete, ancora prima di partire, informazioni sulla Svezia e sugli italiani in Svezia. C’erano mi pare soltanto un paio di blog, siti personali. Nessuno in grado di darmi delle vere concrete informazioni su questo paese. Questo sia per quanto riguarda il mercato del lavoro e delle abitazioni, sia per quello che riguarda il premesso di soggiorno e le tasse.
Quindi si può dire che l’idea del giornale online sia nata da una carenza di informazioni e dal bisogno, mio personale ma anche di tanti altri, di cercare una soluzione ed una serie di risposte. Non credo ci sia stato prima, almeno online e qui in Svezia, un giornale di informazione come italienaren.com. Soprattutto per coloro che cercavano informazioni dall’Italia. | Italienaren.com va, insomma, visto anche come un imbuto che convoglia le persone presso la FAIS. Ma la FAIS è una federazione non può avere soci autonomi da un’associazione. Quindi le associazioni non dovrebbero respingere queste persone, non ne dovrebbero avere paura, anche se comprendo le difficoltà. |
All’inizio avevamo poche notizie su come fare per trasferirsi in Svezia, oltre ad alcuni aggiornamenti sulle attività delle varie associazioni, un modo per avvicinarle tra di loro. Italienaren.com è oggi un giornale online con 6 0 7 post/articoli che si rinnovano settimanalmente. Anche e soprattutto per volontà del direttivo FAIS il giornale è un organo di informazione a tutto tondo su quella che è la realtà svedese con la differenza che viene vista da italiani ed è scritta in italiano.
Emigrazione, italiani in Svezia, ricerca di un alloggio e di un lavoro, diritti e doveri di chi emigra in Europa. Poi interviste di artisti magari ospiti dell’istituto di cultura con tutti i loro punti di vista sulla Italia e sulla Svezia. Reportage, informazioni dalle associazioni, dall’ambasciata, cronaca svedese, la voce della FAIS, una sezione sul calcio svedese, ed anche una sezione in svedese per gli svedesi che vogliono ampliare i loro contatti culturali e perché no, anche lavorativi, con l’Italia.
Per quanto riguarda l'ambito "social", poi, abbiamo il gruppo italienaren.com che è composta da 210 persone, la pagina facebook circa 200 persone, e poi c’è la pagina Italiani in Svezia che sfiora ad oggi i 3000 fan. Gruppi targetizzati, vale a dire che se del gruppo italienaren.com si tratta dí un giro di persone legate sostanzialmente alla FAIS, della pagina Facebook fanno invece parte anche persone esterne alla FAIS, residenti in Svezia e per questo potenziali membri di associazioni nuove o di associazioni già esistenti, infine il gruppo Italiani in Svezia, che è il più numeroso, di cui fanno parte per lo più persone che vorrebbero trasferirsi in Svezia.
Quale bagaglio, positivo o negativo, di questa esperienza svedese porti con te ora che ti trasferisci a Londra?
Della Svezia ho un giudizio quasi completamente positivo. Una delle società più avanzate in Europa, che però, come un bel palazzo antico, comincia a mostrare delle crepe. In ogni caso il mio amore è viscerale perché la sento come una seconda patria. Di nascere in Italia non l’ho scelto io mentre la Svezia l’ho scelta, il paese dell’età adulta come un figlio inatteso, potrebbe diventare il figlio più amato o quello meno accettato. In tre anni e mezzo fatto molte esperienze. Dal trasloco (una decina di volte) ai contatti con la burocrazia. Tutte esperienze filtrate con la FAIS e messe nero su bianco su italienaren.com e "Il Lavoratore". Stoccolma è una città che imparato a conoscere. Una città scandinava che si sta però europeizzando, ma resta una bellissima città, tutta a parte nel panorama delle capitali "da week-end".
Posso dirti che a questo punto ho la fortuna di poter dire che lascio la Svezia come un commensale sazio lascia la tavola.
Un’altra cosa di cui vorrei parlare è l’associazionismo.
Quando sono arrivato era un associazionismo che si piangeva addosso perché non c’erano i famosi giovani, il ricambio generazionale; ora che me ne vado… continua ad essere così!
Io vorrei dire una cosa. Il sito Italienaren.com quando è partito poteva contare su non più di una ventina di visitatori al giorno. Oggi, e nei momenti peggiori, siamo sui 300 molti dall’Italia ma molti anche dalla Svezia. Riceviamo, sia al giornale sia alla FAIS molte email o telefonate ogni giorno. Italienaren.com li invita a rivolgersi alle associazioni e spesso capita che queste persone ci riscrivano perché non hanno ricevuto alcuna risposta. Non voglio dire che è compito delle associazioni trovare casa e lavoro a queste persone, ma non bisogna nemmeno averne paura. Se rispondi, se ascolti, forse riesci in un anno ad aumentare la tua associazione di 25, 30 unità, per lo più giovani. Non abbiamo la forza e l’energia? Eppure basta soltanto rischiare, magari poi le informazioni pratiche alla persona le può dare la FAIS ma il contatto umano, il fatto di invitarli ad una delle attività del club, anche questo significa aprire ai giovani, attivarli in maniera concreta. E in questo discorso io non metto solo "i giovani" ma molto più semplicemente i nuovi arrivati. Bisognerebbe cambiare, almeno un pochino, atteggiamento mentale. Questo porterebbe ad una sinergia tra persone che hanno bisogno di confrontarsi con chi della Svezia ne sa più di loro (e nelle associazioni di memoria storica ce n'è tanta davvero) e chi invece può portare energie e numeri che permetterebbero ai club di continuare il loro prezioso lavoro anche nei prossimi anni.
Italienaren.com va, insomma, visto anche come un imbuto che convoglia le persone presso la FAIS. Ma la FAIS è una federazione non può avere soci autonomi da un’associazione. Quindi le associazioni non dovrebbero respingere queste persone, non ne dovrebbero avere paura, anche se comprendo le difficoltà. Bisognerebbe magari che la FAIS organizzasse dei drop in per i nuovi arrivati, con informazioni e contatti umani diretti a cui anche rappresentanti di associazioni potrebbero partecipare.
Per quanto mi riguarda, da Londra, continuerò a lavorare per la FAIS seguendo la parte tecnica ed editoriale.
Questo anche grazie all’aiuto di tutti.
A cura di Guido Zeccola
Emigrazione, italiani in Svezia, ricerca di un alloggio e di un lavoro, diritti e doveri di chi emigra in Europa. Poi interviste di artisti magari ospiti dell’istituto di cultura con tutti i loro punti di vista sulla Italia e sulla Svezia. Reportage, informazioni dalle associazioni, dall’ambasciata, cronaca svedese, la voce della FAIS, una sezione sul calcio svedese, ed anche una sezione in svedese per gli svedesi che vogliono ampliare i loro contatti culturali e perché no, anche lavorativi, con l’Italia.
Per quanto riguarda l'ambito "social", poi, abbiamo il gruppo italienaren.com che è composta da 210 persone, la pagina facebook circa 200 persone, e poi c’è la pagina Italiani in Svezia che sfiora ad oggi i 3000 fan. Gruppi targetizzati, vale a dire che se del gruppo italienaren.com si tratta dí un giro di persone legate sostanzialmente alla FAIS, della pagina Facebook fanno invece parte anche persone esterne alla FAIS, residenti in Svezia e per questo potenziali membri di associazioni nuove o di associazioni già esistenti, infine il gruppo Italiani in Svezia, che è il più numeroso, di cui fanno parte per lo più persone che vorrebbero trasferirsi in Svezia.
Quale bagaglio, positivo o negativo, di questa esperienza svedese porti con te ora che ti trasferisci a Londra?
Della Svezia ho un giudizio quasi completamente positivo. Una delle società più avanzate in Europa, che però, come un bel palazzo antico, comincia a mostrare delle crepe. In ogni caso il mio amore è viscerale perché la sento come una seconda patria. Di nascere in Italia non l’ho scelto io mentre la Svezia l’ho scelta, il paese dell’età adulta come un figlio inatteso, potrebbe diventare il figlio più amato o quello meno accettato. In tre anni e mezzo fatto molte esperienze. Dal trasloco (una decina di volte) ai contatti con la burocrazia. Tutte esperienze filtrate con la FAIS e messe nero su bianco su italienaren.com e "Il Lavoratore". Stoccolma è una città che imparato a conoscere. Una città scandinava che si sta però europeizzando, ma resta una bellissima città, tutta a parte nel panorama delle capitali "da week-end".
Posso dirti che a questo punto ho la fortuna di poter dire che lascio la Svezia come un commensale sazio lascia la tavola.
Un’altra cosa di cui vorrei parlare è l’associazionismo.
Quando sono arrivato era un associazionismo che si piangeva addosso perché non c’erano i famosi giovani, il ricambio generazionale; ora che me ne vado… continua ad essere così!
Io vorrei dire una cosa. Il sito Italienaren.com quando è partito poteva contare su non più di una ventina di visitatori al giorno. Oggi, e nei momenti peggiori, siamo sui 300 molti dall’Italia ma molti anche dalla Svezia. Riceviamo, sia al giornale sia alla FAIS molte email o telefonate ogni giorno. Italienaren.com li invita a rivolgersi alle associazioni e spesso capita che queste persone ci riscrivano perché non hanno ricevuto alcuna risposta. Non voglio dire che è compito delle associazioni trovare casa e lavoro a queste persone, ma non bisogna nemmeno averne paura. Se rispondi, se ascolti, forse riesci in un anno ad aumentare la tua associazione di 25, 30 unità, per lo più giovani. Non abbiamo la forza e l’energia? Eppure basta soltanto rischiare, magari poi le informazioni pratiche alla persona le può dare la FAIS ma il contatto umano, il fatto di invitarli ad una delle attività del club, anche questo significa aprire ai giovani, attivarli in maniera concreta. E in questo discorso io non metto solo "i giovani" ma molto più semplicemente i nuovi arrivati. Bisognerebbe cambiare, almeno un pochino, atteggiamento mentale. Questo porterebbe ad una sinergia tra persone che hanno bisogno di confrontarsi con chi della Svezia ne sa più di loro (e nelle associazioni di memoria storica ce n'è tanta davvero) e chi invece può portare energie e numeri che permetterebbero ai club di continuare il loro prezioso lavoro anche nei prossimi anni.
Italienaren.com va, insomma, visto anche come un imbuto che convoglia le persone presso la FAIS. Ma la FAIS è una federazione non può avere soci autonomi da un’associazione. Quindi le associazioni non dovrebbero respingere queste persone, non ne dovrebbero avere paura, anche se comprendo le difficoltà. Bisognerebbe magari che la FAIS organizzasse dei drop in per i nuovi arrivati, con informazioni e contatti umani diretti a cui anche rappresentanti di associazioni potrebbero partecipare.
Per quanto mi riguarda, da Londra, continuerò a lavorare per la FAIS seguendo la parte tecnica ed editoriale.
Questo anche grazie all’aiuto di tutti.
A cura di Guido Zeccola