Benché su molte cose la differenza culturale tra italiani e svedesi non sia così enorme, soprattutto tra le giovani generazioni, esistono tuttavia, sul piano politico, enormi differenze riguardo ai diritti civili. Come tutti sanno la differenza tra matrimonio e convivenza (coppie di fatto) non esiste qui in Svezia (o almeno la differenza è minima davanti alla legge), ma non così in Italia. Ed ancor di più il matrimonio tra persone dello stesso sesso. |
In Svezia una coppia sposata di omosessuali ha gli stessi diritti di quelli di una coppia di eterosessuali. Ma non così in Italia. Questo è grave soprattutto se si pensa ai figli e alle figlie di queste persone che in Svezia hanno tutti i diritti ma in Italia sono considerati, e vedremo il come: “oggetti contrari all’ordine pubblico”.
Savina Tamborini è una delle tante madri italiane che ha sposato una donna svedese. Quando sia Savina che sua moglie Lo hanno fatto richiesta del riconoscimento del loro matrimonio in Italia, si sono viste recapitare dalla segreteria dell’ex sindaco di Roma Alemanno un documento che rifiutava la richiesta in quanto “contro l’ordine pubblico” (vedi documento).
Ci può spiegare un po' meglio come è andata la cosa?
Non so cosa dire. Sono rimasta stupita anch’io, almeno dalla motivazione. Noi abbiamo fatto richiesta di registrazione della nostra unione tramite il consolato qui a Stoccolma e dopo qualche mese è arrivata da Roma la risposta, perché io sono iscritta a Roma. Non so cosa si intenda per ordine pubblico? Il traffico? Le sommosse? Io credo non avessero una base giuridica per negare ciò che è stato ratificato da un altro stato.
Ci racconti un po' di lei, qual è la sua storia?
Io sono in Svezia da sei anni e sono sposata con Lo, svedese, dal 2009. Noi siamo felici, abbiamo due bambine, sì, siamo felici in Svezia ma non in Italia. Lo stato svedese ci vuole bene e non ci discrimina mentre lo stato italiano non ci voleva bene come persone perché omosessuali e ci discrimina ora che siamo legalmente sposate. Non ci amano come famiglia, le nostre figlie non sono riconosciute in quanto tali. Mia moglie non è riconosciuta come mia moglie.
Quando Lo e io abbiamo deciso che volevamo vivere insieme, abbiamo pensato di farlo a Stoccolma e non a Roma. Perché a Roma non avevamo nessun diritto come coppia gay. Il problema è grave perché se in Italia per esempio una delle nostre figlie avesse bisogno di cure mediche dobbiamo soltanto sperare di incontrare persone rispettose. Altrimenti magari in ospedale non possiamo neppure entrare entrambe come genitrici ma soltanto una di noi. Le nostre figlie non sono riconosciute dallo Stato Italiano come nostre figlie mentre un qualsiasi certificato dell'anagrafe svedese dimostra che queste sono figlie di tutte e due. Basterebbe quindi solo la trascrizione di un atto ufficiale svedese per riconoscere ad entrambe le mie figlie un diritto che agli altri figli/e di italiani/e in Svezia viene automaticamente riconosciuto.
Cosa si può fare ora, no tra 20 anni, per combattere questa ingiustizia?
Io sono molto ottimista e credo che le cose possano cambiare anche velocemente. In Italia la questione credo sia “politica” non sociale. Le nuove generazioni non discriminano ma la politica sì.
Se i politici decidessero di fare veramente politica e quindi tutelare i diritti di tutti i cittadini e le cittadine la cosa si potrebbe risolvere senza grandi clamori. Se pensiamo ad alcuni paesi baltici come l’Albania, che nel 2012 ha celebrato il primo Pride della sua storia, adesso la situazione è molto cambiata e la tolleranza è maggiore. Poi abbiamo la maggioranza o quasi degli stati dell’Unione Europea dove queste discriminazioni non esistono, i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono consentiti in Europa nei Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Islanda, Danimarca, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Francia e fuori dall'Europa in Canada, USA, Messico, Argentina, Brasile, Uruguay, Sud Africa, Israele, Australia, Nuova Zelanda etc. Inoltre le famiglie omosessuali italiane con o senza figli/e esistono e sono anche tante!
Certo che l’Unione Europea potrebbe intervenire anche sanzionando l’Italia, ma logicamente hanno altro a cui pensare in questo tempo di crisi economica. Il ministro svedese Birgitta Ohlsson e anche il ministro Cecilia Malmström si sono sempre molto adoperate per i diritti civili all'interno dell'Europa e quindi il sostegno esiste. E noi pensiamo di rivolgerci anche a loro.
Cosa chiedete nell’immediato?
Noi vogliamo il riconoscimento del nostro matrimonio e delle nostre figlie e questo deve valere ovunque, anche in Italia. A questo fine abbiamo anche richiesto un incontro con l’Ambasciatore d'Italia in Svezia che sappiamo essere molto sensibile ai temi sui diritti civili. Questo anche sulla scia di quanto successo a Grosseto dove il Comune ha, dietro raccomandazione del Tribunale di Grosseto, trascritto il matrimonio di due uomini italiani avvenuto a New York.
A cura di Guido Zeccola
Savina Tamborini è una delle tante madri italiane che ha sposato una donna svedese. Quando sia Savina che sua moglie Lo hanno fatto richiesta del riconoscimento del loro matrimonio in Italia, si sono viste recapitare dalla segreteria dell’ex sindaco di Roma Alemanno un documento che rifiutava la richiesta in quanto “contro l’ordine pubblico” (vedi documento).
Ci può spiegare un po' meglio come è andata la cosa?
Non so cosa dire. Sono rimasta stupita anch’io, almeno dalla motivazione. Noi abbiamo fatto richiesta di registrazione della nostra unione tramite il consolato qui a Stoccolma e dopo qualche mese è arrivata da Roma la risposta, perché io sono iscritta a Roma. Non so cosa si intenda per ordine pubblico? Il traffico? Le sommosse? Io credo non avessero una base giuridica per negare ciò che è stato ratificato da un altro stato.
Ci racconti un po' di lei, qual è la sua storia?
Io sono in Svezia da sei anni e sono sposata con Lo, svedese, dal 2009. Noi siamo felici, abbiamo due bambine, sì, siamo felici in Svezia ma non in Italia. Lo stato svedese ci vuole bene e non ci discrimina mentre lo stato italiano non ci voleva bene come persone perché omosessuali e ci discrimina ora che siamo legalmente sposate. Non ci amano come famiglia, le nostre figlie non sono riconosciute in quanto tali. Mia moglie non è riconosciuta come mia moglie.
Quando Lo e io abbiamo deciso che volevamo vivere insieme, abbiamo pensato di farlo a Stoccolma e non a Roma. Perché a Roma non avevamo nessun diritto come coppia gay. Il problema è grave perché se in Italia per esempio una delle nostre figlie avesse bisogno di cure mediche dobbiamo soltanto sperare di incontrare persone rispettose. Altrimenti magari in ospedale non possiamo neppure entrare entrambe come genitrici ma soltanto una di noi. Le nostre figlie non sono riconosciute dallo Stato Italiano come nostre figlie mentre un qualsiasi certificato dell'anagrafe svedese dimostra che queste sono figlie di tutte e due. Basterebbe quindi solo la trascrizione di un atto ufficiale svedese per riconoscere ad entrambe le mie figlie un diritto che agli altri figli/e di italiani/e in Svezia viene automaticamente riconosciuto.
Cosa si può fare ora, no tra 20 anni, per combattere questa ingiustizia?
Io sono molto ottimista e credo che le cose possano cambiare anche velocemente. In Italia la questione credo sia “politica” non sociale. Le nuove generazioni non discriminano ma la politica sì.
Se i politici decidessero di fare veramente politica e quindi tutelare i diritti di tutti i cittadini e le cittadine la cosa si potrebbe risolvere senza grandi clamori. Se pensiamo ad alcuni paesi baltici come l’Albania, che nel 2012 ha celebrato il primo Pride della sua storia, adesso la situazione è molto cambiata e la tolleranza è maggiore. Poi abbiamo la maggioranza o quasi degli stati dell’Unione Europea dove queste discriminazioni non esistono, i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono consentiti in Europa nei Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Islanda, Danimarca, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Francia e fuori dall'Europa in Canada, USA, Messico, Argentina, Brasile, Uruguay, Sud Africa, Israele, Australia, Nuova Zelanda etc. Inoltre le famiglie omosessuali italiane con o senza figli/e esistono e sono anche tante!
Certo che l’Unione Europea potrebbe intervenire anche sanzionando l’Italia, ma logicamente hanno altro a cui pensare in questo tempo di crisi economica. Il ministro svedese Birgitta Ohlsson e anche il ministro Cecilia Malmström si sono sempre molto adoperate per i diritti civili all'interno dell'Europa e quindi il sostegno esiste. E noi pensiamo di rivolgerci anche a loro.
Cosa chiedete nell’immediato?
Noi vogliamo il riconoscimento del nostro matrimonio e delle nostre figlie e questo deve valere ovunque, anche in Italia. A questo fine abbiamo anche richiesto un incontro con l’Ambasciatore d'Italia in Svezia che sappiamo essere molto sensibile ai temi sui diritti civili. Questo anche sulla scia di quanto successo a Grosseto dove il Comune ha, dietro raccomandazione del Tribunale di Grosseto, trascritto il matrimonio di due uomini italiani avvenuto a New York.
A cura di Guido Zeccola