Sono passati quasi due mesi dalla partenza di Paolo Grossi ed il 14 gennaio si è ufficialmente insediato come nuovo direttore dell’Istituto italiano di cultura a Stoccolma il dottor Sergio Scapin già direttore dell’IIC ad Oslo e prima ancora a Köpenhamn. In un nevoso ma non freddo mercoledì mattina ho incontrato il direttore. Scapin è veneto, nato 61 anni fa in un paese appena fuori Padova, è sposato e padre di tre figlie.
Sergio Scapin lei è in Svezia da pochi giorni come nuovo direttore. Ma lei non è nuovo, non solo della Svezia, lei parla svedese, ma di quasi tutta la Scandinavia, lei è stato a Köpenhamn e da ultimo direttore ad Oslo. Quindi conosce il Nord. Quali sono i suoi progetti come direttore dell’IIC di Stoccolma?
- Le dico che lei è la prima persona che incontro ufficialmente da quando, due giorni fa, sono arrivato a Stoccolma. Conosco il giornale Il Lavoratore e so che ha una storia lunga ed interessante. Io vengo dall'istituto italiano di cultura di Oslo, dove ho lavorato per cinque anni e mezzo. Da parte mia vorrei cercare di integrare le iniziative del mio predecessore Paolo Grossi con altre iniziative da me portate avanti ad Oslo. Le iniziative editoriali di Grossi, soprattutto la rivista Cartaditalia, hanno ricevuto consensi sia tra il pubblico dei lettori svedesi che dai critici e dalle università.
Per quanto mi riguarda farò tesoro certamente di quanto seminato dal mio predecessore ma naturalmente cercherò di metterci anche del mio. La cultura italiana offre tutta una gamma di proposte tra loro diverse. Io cercherò di concentrarmi su questo, sulla musica, la letteratura naturalmente, il cinema e molto di più. Il premio nobel per la letteratura manca all'Italia da molti anni. Io farò di tutto perché nomi quali per esempio Claudio Magris, Umberto Eco ed altri siano sempre di più apprezzati qui in Svezia. Senza trascurare però le arti visive, la musica, il design, le nuove arti mediali e multimediali, il teatro.
Lei ha detto di voler continuare cose che aveva iniziato ad Oslo, quali?
- Io penso di dare molto spazio al cinema per esempio, perché abbiamo degli ottimi registi in Italia. Cercherò di organizzare anche delle mostre d'arte, questo sia nella nostra galleria, sia altrove sul territorio. Non so esattamente quali sono i rapporti con la Dante Alighieri ma mi hanno assicurato che sono buoni. Ad Oslo ho puntato molto sul rapporto con questa associazione, cercheremo di convergere su iniziative comuni.
Insomma vorrei dare spazio un po' a tutte le espressioni artistiche e culturali magari dando un maggior peso alla letteratura ed al cinema.
Una domanda un po' diversa. Come vede i contatti con gli italiani in Svezia? In fin dei conti sono anche loro il pubblico dell'istituto. Anche la FAIS, magari in misura molto minore rispetto all'istituto di cultura, cerca di portare avanti un discorso a difesa della cultura e delle tradizioni italiane. Alcuni tra questi italiani si sono lamentati del fatto che le iniziative culturali dell'istituto di cultura si svolgano soltanto a Stoccolma, dimenticando le realtà e gli sforzi di tanti italiani che magari risiedono che so io, a Göteborg, in Skåne, a Västerås, a Gävle...
Interessante domanda, la ringrazio. Per me la comunità italiana in Svezia è un importante veicolo di trasmissione per tutto quel patrimonio culturale di cui stiamo parlando, quindi è mio desiderio di ascoltare le proposte.
Forse non sarà una cosa nuova per lei ma la situazione economica italiana ma anche internazionale non ci consente di muoverci nel modo in cui vorremmo. Anche il personale è ridotto, detto questo vogliamo certamente allacciare delle relazioni culturali anche in altre città. Però abbiamo bisogno di trovare delle “antenne,” dei punti di riferimento con i quali interfacciarci, cioè connettere due o più realtà e bisogni culturali in un punto comune o su un confine condiviso, e collaborare con queste realtà per realizzare tale interconnessione. Ci vuole una collaborazione concreta, io sono disponibile. Magari con l’aiuto ed il sostegno economico di sponsor, con l’approfondimento delle relazioni tra le varie città, i comuni,con il gemellaggio tra realtà geografiche italiane e svedesi... insomma le possibilità ci sono.
Lo ripeto, noi siamo aperti alle proposte che possono venire dalla comunità italiana.
Da quasi tre anni esiste un giornale online: italienaren.com che è legato alla FAIS.È un giornale molto seguito. Magari anche dagli italiani che vogliono trasferirsi in Svezia o da italiani che chiedono informazioni sull'IMU per la loro casa in Italia, ma offriamo molte altre proposte a sfondo squisitamente culturale. So della sua attenzione particolare per twitter, Facebook e l'universo virtuale dei social network in generale. Intende collaborare con italienaren.com?
Io sull'IMU magari non posso rispondere… ma ho anch'io sia Twitter che Facebook, io li uso non per il mio privato ma per propagandare la cultura italiana. Quindi sarà mia premura interessarmi a questo giornale online.
Insomma sono arrivato tre giorni fa, quindi col tempo una collaborazione sarà possibilissima. Io credo molto nella possibilità di raggiungere magari tutti gli italiani in Svezia che, mi hanno detto, sono circa 10.000. Io ho vissuto a Lund tra il 1974 ed il 1975. Ho studiato ed imparato lo svedese. Anzi Jag pratar skånska... ora parlo uno svedese magari mescolato al norvegese, parlo lo scandinavo insomma.
Voglio approfittare di quest’intervista per dare il mio saluto affettuoso a tutti i connazionali residenti in Svezia, promettendo loro tutta la mia disponibilità ad ascoltarli per, nei limiti delle possibilità, realizzare dei progetti comuni.
Intervista a cura di Guido Zeccola
- Le dico che lei è la prima persona che incontro ufficialmente da quando, due giorni fa, sono arrivato a Stoccolma. Conosco il giornale Il Lavoratore e so che ha una storia lunga ed interessante. Io vengo dall'istituto italiano di cultura di Oslo, dove ho lavorato per cinque anni e mezzo. Da parte mia vorrei cercare di integrare le iniziative del mio predecessore Paolo Grossi con altre iniziative da me portate avanti ad Oslo. Le iniziative editoriali di Grossi, soprattutto la rivista Cartaditalia, hanno ricevuto consensi sia tra il pubblico dei lettori svedesi che dai critici e dalle università.
Per quanto mi riguarda farò tesoro certamente di quanto seminato dal mio predecessore ma naturalmente cercherò di metterci anche del mio. La cultura italiana offre tutta una gamma di proposte tra loro diverse. Io cercherò di concentrarmi su questo, sulla musica, la letteratura naturalmente, il cinema e molto di più. Il premio nobel per la letteratura manca all'Italia da molti anni. Io farò di tutto perché nomi quali per esempio Claudio Magris, Umberto Eco ed altri siano sempre di più apprezzati qui in Svezia. Senza trascurare però le arti visive, la musica, il design, le nuove arti mediali e multimediali, il teatro.
Lei ha detto di voler continuare cose che aveva iniziato ad Oslo, quali?
- Io penso di dare molto spazio al cinema per esempio, perché abbiamo degli ottimi registi in Italia. Cercherò di organizzare anche delle mostre d'arte, questo sia nella nostra galleria, sia altrove sul territorio. Non so esattamente quali sono i rapporti con la Dante Alighieri ma mi hanno assicurato che sono buoni. Ad Oslo ho puntato molto sul rapporto con questa associazione, cercheremo di convergere su iniziative comuni.
Insomma vorrei dare spazio un po' a tutte le espressioni artistiche e culturali magari dando un maggior peso alla letteratura ed al cinema.
Una domanda un po' diversa. Come vede i contatti con gli italiani in Svezia? In fin dei conti sono anche loro il pubblico dell'istituto. Anche la FAIS, magari in misura molto minore rispetto all'istituto di cultura, cerca di portare avanti un discorso a difesa della cultura e delle tradizioni italiane. Alcuni tra questi italiani si sono lamentati del fatto che le iniziative culturali dell'istituto di cultura si svolgano soltanto a Stoccolma, dimenticando le realtà e gli sforzi di tanti italiani che magari risiedono che so io, a Göteborg, in Skåne, a Västerås, a Gävle...
Interessante domanda, la ringrazio. Per me la comunità italiana in Svezia è un importante veicolo di trasmissione per tutto quel patrimonio culturale di cui stiamo parlando, quindi è mio desiderio di ascoltare le proposte.
Forse non sarà una cosa nuova per lei ma la situazione economica italiana ma anche internazionale non ci consente di muoverci nel modo in cui vorremmo. Anche il personale è ridotto, detto questo vogliamo certamente allacciare delle relazioni culturali anche in altre città. Però abbiamo bisogno di trovare delle “antenne,” dei punti di riferimento con i quali interfacciarci, cioè connettere due o più realtà e bisogni culturali in un punto comune o su un confine condiviso, e collaborare con queste realtà per realizzare tale interconnessione. Ci vuole una collaborazione concreta, io sono disponibile. Magari con l’aiuto ed il sostegno economico di sponsor, con l’approfondimento delle relazioni tra le varie città, i comuni,con il gemellaggio tra realtà geografiche italiane e svedesi... insomma le possibilità ci sono.
Lo ripeto, noi siamo aperti alle proposte che possono venire dalla comunità italiana.
Da quasi tre anni esiste un giornale online: italienaren.com che è legato alla FAIS.È un giornale molto seguito. Magari anche dagli italiani che vogliono trasferirsi in Svezia o da italiani che chiedono informazioni sull'IMU per la loro casa in Italia, ma offriamo molte altre proposte a sfondo squisitamente culturale. So della sua attenzione particolare per twitter, Facebook e l'universo virtuale dei social network in generale. Intende collaborare con italienaren.com?
Io sull'IMU magari non posso rispondere… ma ho anch'io sia Twitter che Facebook, io li uso non per il mio privato ma per propagandare la cultura italiana. Quindi sarà mia premura interessarmi a questo giornale online.
Insomma sono arrivato tre giorni fa, quindi col tempo una collaborazione sarà possibilissima. Io credo molto nella possibilità di raggiungere magari tutti gli italiani in Svezia che, mi hanno detto, sono circa 10.000. Io ho vissuto a Lund tra il 1974 ed il 1975. Ho studiato ed imparato lo svedese. Anzi Jag pratar skånska... ora parlo uno svedese magari mescolato al norvegese, parlo lo scandinavo insomma.
Voglio approfittare di quest’intervista per dare il mio saluto affettuoso a tutti i connazionali residenti in Svezia, promettendo loro tutta la mia disponibilità ad ascoltarli per, nei limiti delle possibilità, realizzare dei progetti comuni.
Intervista a cura di Guido Zeccola